Dissidente | 1969–1989

1969–70

Dopo l'occupazione di agosto, mette in guardia contro rassegnazione della società. In autunno, si unisce agli scioperi studenteschi, definendo, analizzando e denunciando dettagliatamente le condizioni che stanno inesorabilmente andando verso un ulteriore totalitarismo. Gradualmente escluso dalla cultura ufficiale, come centinaia di altri autori e creativi, diventa uno scrittore al bando. Nel gennaio del 1969, partecipa alla polemica "Il destino boemo", sollevata da Milan Kundera. Nel 1968–1970 sulle pagine delle riviste culturali si svolge il dibattito sul significato della Primavera di Praga e sul comportamento della società in seguito all'occupazione sovietica. Per la partecipazione alla dichiarazione Deset Bodu [trad. Dieci punti], che rifiutava la politica della cosiddetta normalizzazione, viene interrogato e accusato di preparazione al reato di sovversione della Repubblica; il procedimento penale è rinviato. Inizia l'era del dissenso.

1970–89

Vive ora a Praga, ora nel suo cottage di Hrádeček, vicino a Trutnov, dove per molti anni soffre di una grave crisi autoriale e dell'esclusione dal mondo culturale. Le sue opere sono proibite in Cecoslovacchia, lui vive dei proventi della pubblicazione dei libri e delle messe in scena delle sue opere teatrali in tutto il mondo (più di 300 prime). I suoi saggi sono tradotti e pubblicati su prestigiose riviste estere. VH è uno scrittore rispettato a livello internazionale e Hrádeček sta diventando uno dei capoluoghi della cultura ceca indipendente e della lotta per i diritti civili.

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11 dicembre 1970

Muore la madre Božena Havlová.

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1974–75

Lavora nel birrificio di Trutnov come operaio non specializzato. Un riflesso di questa esperienza è nell'opera teatrale L'udienza (1975), in cui compare per la prima volta il personaggio del timido dissidente Ferdinand Vaněk. Altre "Vaňkovky", opere con questo "eroe non eroico", saranno scritte non solo dallo stesso VH, ma anche dai suoi amici dissidenti.

Nel 1974 lavorai per circa dieci mesi come operaio nel birrificio di Trutnov (Hrádeček è a dieci chilometri da Trutnov). Nell'intervista rilasciata a Jiří Lederer nel 1975 dico che andai lì per motivi economici, ma oggi mi sembra che ci andai più che altro per un bisogno di cambiamento; la soffocante assenza di eventi che mi circondava cominciava a darmi sui nervi, volevo uscire per un po' dal mio nascondiglio e vedere un ambiente diverso, stare con persone diverse. (Interrogatorio a distanza con Václav Havel, intervista con il giornalista Karel Hvížďala del 1986)
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8 aprile 1975

Scrive una Lettera aperta al massimo rappresentante dei comunisti cecoslovacchi, Gustáv Husák. Si tratta di un'analisi critica della "normalizzazione", che significa in realtà demoralizzazione e perdita dell'identità umana.

La domanda principale quindi è: a quanto profonda impotenza spirituale e morale ci porterà un domani, l'odierna castrazione della cultura nazionale? Temo che le dannose conseguenze sociali sopravviveranno per molti anni dopo che i particolari interessi politici che le hanno causate saranno scomparsi. Tanto maggiori saranno le responsabilità storiche di coloro che avranno sacrificato il futuro spirituale della nazione agli interessi della loro presenza al potere.
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Novembre–dicembre 1975

Fonda l'Edice Expedice [trad. Edizioni Spedizioni], che distribuisce samizdat, copie dattiloscritte di testi di autori proibiti. Si tiene l'unico tentativo di rappresentazione di VH in patria: la prima de L'opera dello straccione (ispirata all'opera di John Gay), una parabola ironica sulla "coesistenza" della malavita con gli organi di potere, vedrà il suo unico tentativo di messa in scena, da parte della compagnia teatrale amatoriale Divadlo na tahu (regia di Andrej Krob) a Horní Počernice. Seguono licenziamenti e condanne di partecipanti e semplici spettatori. Un evento simbolicamente significativo per la creazione della comunità del dissenso ceca.

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1976

Grazie all'ex collega della rivista Tvář, Jiří Němec, si avvicina all'underground musicale e culturale, in particolare alla figura di spicco Ivan Martin Jirous (nato nel 1944). Quando viene intentato un processo penale contro il gruppo musicale Plastic People of the Universe, VH organizza proteste in sostegno degli accusati. In agosto, si unisce a una lettera di sette scrittori e filosofi cechi allo scrittore tedesco Heinrich Böll sulla questione. Intorno al processo si forma una comunità, che costituirà la base della Charta 77.

Le autorità statali furono stupite e colte alla sprovvista dagli sviluppi relativi ai Plastic People of the Universe; nessuno sembrava aspettarsi che proprio questo caso avrebbe suscitato una tale reazione; si pensava che il tutto sarebbe stato gestito come un comune caso penale tra mille altri. Inizialmente cercarono di organizzare un contrattacco diffamatorio (un film televisivo contro i Plastic People of the Universe, vari articoli, ad esempio su Mladý svět); poi cominciarono a fare marcia indietro: i detenuti vennero gradualmente rilasciati, il caso si ridusse sempre di più, fino a ché, alla fine, (senza contare un processo minore a Pilsen) ne vennero condannati solo quattro, e a pene relativamente modeste, corrispondenti alla detenzione cautelare da loro già scontata o a qualche mese in più; la pena più grande fu ovviamente comminata a Jirous. Fu un processo famoso, probabilmente conoscete le riflessioni che scrissi all'epoca. Era ancora possibile stare nei corridoi e sulle scalinate del tribunale, era ancora possibile vedere gli imputati che venivano condotti in manette e parlar loro, ma queste libertà furono poi rapidamente negate – a una velocità corrispondente a quella con cui stava crescendo la solidarietà. L'atmosfera di uguaglianza, solidarietà, socialità, comunità e disponibilità disinteressata al sacrificio, all'aiuto reciproco, evocata dalla consapevolezza di una causa comune e di una minaccia comune, non era solo l'atmosfera presente nel tribunale, ma anche quella dei primi mesi della Charta. (Interrogatorio a distanza con Václav Havel, intervista con il giornalista Karel Hvížďala del 1986)
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9 ottobre 1976

Al Burgtheater di Vienna si tengono le prime degli atti unici L'udienza e Vernissage. Grazie al direttore del teatro, Achim Benning, inizia un decennio in cui, una dopo l'altra, vengono messe in scena quasi tutte le opere di Havel, alcune in prima mondiale.

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6 gennaio 1977

Viene pubblicata la Charta 77, il manifesto del movimento per i diritti umani in Cecoslovacchia. La Charta riunisce diverse centinaia di attivisti di diverse correnti di pensiero: democratici, cristiani, comunisti riformisti e esponenti dell'underground. VH è coautore del testo e uno dei primi tre portavoce della Charta. Viene arrestato e tenuto in custodia cautelare da gennaio a maggio. In ottobre ottiene la sospensione della pena per "aver danneggiato gli interessi della repubblica all'estero". Un altro dei portavoce, il filosofo Jan Patočka (nato nel 1907), di cui VH era diventato molto amico, muore per sfinimento dopo un interrogatorio di polizia.

CHARTA 77 è una comunità libera, informale e aperta di persone con diverse convinzioni, fedi e professioni, unite dalla volontà di lavorare, sia individualmente che insieme, per il rispetto dei diritti civili e umani nel nostro Paese e nel mondo. Quei diritti che sono garantiti agli esseri umani da patti internazionali promulgati, come lo sono sia l'atto finale di Helsinki, che numerosi altri documenti internazionali contro la guerra, la violenza e l'oppressione sociale e spirituale, i quali sono riassunti nella Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite.
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1 ottobre 1977

A Hrádeček, presso Trutnov si svolge il III Festival della Cultura Seconda. Nonostante il fatto che un'esibizione di musicisti underground, per lo più banditi, su un palco non ufficiale sia punibile per legge, due centinaia di persone si riuniscono a Hrádeček.

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27 aprile 1978

Insieme ad altri firmatari della Charta 77, fonda il Comitato per la Difesa degli Ingiustamente Perseguiti (VONS), il cui compito è monitorare e rendere pubblici i casi di persone perseguite in violazione delle leggi cecoslovacche dell'epoca.

L'obiettivo di questo comitato è quello di seguire casi di persone perseguite penalmente, incarcerate per aver espresso le proprie convinzioni o vittime di iniziative arbitrarie della polizia o del sistema giudiziario. Porteremo questi casi all'attenzione dell'opinione pubblica e delle autorità e assisteremo le persone colpite, secondo le nostre possibilità. Nel farlo vogliamo collaborare con chiunque ne manifesti l'interesse. Allo stesso tempo, chiediamo ai cittadini di portare questi casi alla nostra attenzione (preferibilmente di persona). Crediamo che il lavoro del nostro Comitato contribuirà a evitare che le persone vengano ingiustamente perseguite e imprigionate.
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Agosto 1978

Partecipa al primo incontro dei rappresentanti del Comitato Polacco di Autodifesa Sociale (KOR) e della Charta 77 sul confine tra Cecoslovacchia e Polonia. A settembre, in occasione del secondo incontro, sottoscrive una lettera congiunta ai difensori dei diritti umani dell'Europa orientale firmata da 21 dei partecipanti all'incontro. Un terzo incontro previsto per ottobre viene ostacolato dalle forze di polizia cecoslovacca e polacca.

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Ottobre 1978

Scrive il suo saggio più famoso, Il potere dei senza potere, un'analisi della situazione e delle possibilità del dissenso politico, un testo sull'uscita dalla "vita nella menzogna" e sul tentativo di "vivere nella verità".

"Vivere nella verità" nel sistema post-totalitario non ha solo una dimensione esistenziale (restituisce l'uomo a se stesso), noetica (rivela la realtà così com'è) e morale (è esemplare). Ha anche una distinta dimensione politica. Se il fondamento principale del sistema è costituito dalla "vita nella menzogna", non deve sorprenderci che la "vita nella verità" ne costituisca la principale minaccia. Pertanto il sistema ne è colpito più duramente che da qualsiasi altra cosa. La verità – nel senso più ampio del termine – nel sistema post-totalitario ha una portata particolare e, in altri contesti, ha una portata sconosciuta: gioca il ruolo di fattore di potere o di forza politica vera e propria in modo molto maggiore e, soprattutto, in modo diverso.
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1978–79

VH è agli arresti domiciliari per sei mesi. Dal dicembre 1978, l'StB, la polizia segreta cecoslovacca, sorveglia le scale del suo appartamento a Praga e, di fronte al suo cottage a Hrádeček, fa costruire una casetta di guardia soprannominata Lunochod. Nel maggio 1979, VH fu arrestato insieme ad altri undici membri del VONS.

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1979–83

Durante la detenzione, gli viene offerto un anno di residenza a New York, in altre parole un invito all'emigrazione. VH rifiuta a meno che gli altri prigionieri politici non vengano rilasciati; così facendo rinuncia alla possibilità di evitare il carcere. Dal carcere scrive alla moglie lettere, che trasforma in una serie di saggi filosofici su etica, responsabilità e rapporto con Dio. I suoi amici li raccoglieranno in un libro, Lettere a Olga, che sarà accolto come la principale opera di VH pensatore, immediatamente tradotta in molte lingue straniere.

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22 luglio 1979

Muore il padre Václav M. Havel.

Ottobre 1979

Processo ai membri del VONS [trad. Comitato per la Difesa degli Ingiustamente Perseguiti]. VH viene condannato a quattro anni e mezzo di carcere senza condizionale per associazione sovversiva ai danni della repubblica. A pene simili vengono condannati Petr Uhl, Jiří Dienstbier, Otta Bednářová, Václav Benda, Dana Němcová, anch'essi attivisti del VONS

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Dal 1980 in poi

Il sostegno a VH dall'estero si sta diffondendo soprattutto negli ambienti artistici. Svariati teatri e stazioni televisive presentano una ricostruzione teatrale del processo. Nell'estate del 1982, al Festival del Teatro di Avignone, a Václav Havel viene dedicata la messa in scena di Notte. La compagnia del Burgtheater di Vienna organizza una petizione in suo sostegno e anche alcuni politici occidentali si dichiarano a favore della scarcerazione. Ha ricevuto lauree honoris causa dall'Università di Toronto e dall'Università Le Mirail di Tolosa.

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1983

Sospensione dell'esecuzione della pena per motivi di salute. Sta lottando per la sopravvivenza dopo aver contratto una grave polmonite – grazie, tra l'altro, a un'ampia solidarietà internazionale, viene rilasciato per l'ospedalizzazione domiciliare.

Cara Olga, gli avvenimenti di questa settimana meritano davvero di occupare la maggior parte della mia lettera, anche perché non avrei comunque la forza di affrontare altri argomenti. Ebbene: domenica scorsa, 23 gennaio, verso le 3 del pomeriggio, sono stato improvvisamente, e con rapidità peculiare, colpito da una malattia a causa della quale, lunedì mattina, sono stato ricoverato nel reparto di degenza, per poi il venerdì – dopo alcune complicate discussioni – essere trasferito in ambulanza qui, cioè all'ospedale di Pankrác. I primi giorni della malattia – cioè in sostanza fino a ieri – sono stati orribili: avevo una febbre così alta che, tremando, tremava con me tutto il letto; il petto, la schiena, la zona lombare e le spalle mi facevano così male che non riuscivo a stare sdraiato in nessuna posizione, mi muovevo con difficoltà e, soprattutto, respiravo con molta difficoltà (ogni respiro mi causava una dolorosa fitta), la testa mi doleva estremamente e senza sosta, non sono riuscito a ingerire nulla per un'intera settimana, ero completamente disidratato e naturalmente non ho dormito per nulla (la notte scorsa sono riuscito ad addormentarmi per la prima volta). Per farla breve: non ricordo di essere mai stato così male in vita mia. Pensavo di morire (mi sembrava che il cuore non ce la stesse facendo e che io stessi per soffocare). Stavo seriamente pensando di scriverti una lettera d'addio (con le ultime istruzioni, ovviamente), e mi faceva infuriare il fatto di non avere la forza di farlo. Ora va meglio, la temperatura è appena sopra la norma, il dolore al petto e alla schiena persistono, ma è possibile conviverci (arranco per il mondo piegato ad angolo retto, come una nonnetta). Il peggio sono i colpi di tosse e i movimenti improvvisi (Lettera a Olga – 30 gennaio 1983).
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1984

Nasce la rappresentazione Largo desolato, la storia di un dissidente, leader intellettuale e morale di una nazione, il quale lotta con le ultime forze per la propria identità.

1984–1989

Tra gli esiliati si pubblicano raccolte di saggi e articoli O lidskou identitu [trad. Sull'identità umana] a Do různých stran [trad. In varie direzioni] (a cura di Vilém Prečan). VH rilascia numerose interviste a prestigiosi giornali e riviste occidentali, difende pubblicamente i condannati ingiustamente e si occupa del loro sostegno finanziario, continua a scrivere opere teatrali e a pubblicare con l'Edice Expedice [trad. Edizioni Spedizioni], è membro del comitato di redazione del quotidiano Lidové noviny ed è cofondatore della rivista teatrale O divadle. Mentre in patria viene sorvegliato, detenuto e osteggiato, nel mondo, viene insignito del Premio Erasmus e, dai librai tedeschi, del Premio per la pace. In patria e all'estero si consolida il suo ruolo non ufficiale di autorità di spicco del dissenso ceco.

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16 agosto 1984

Perquisizione dell'abitazione di Hrádeček, durante la quale la polizia confisca un gran numero di libri, riviste, audiocassette, fotografie, lettere personali e altra documentazione. Sarà oggetto delle prepotenze della polizia anche negli anni successivi.

1985

Nasce la pièce teatrale Tentazione, una variazione ironica sul mito di Faust ambientata in uno scenario contemporaneo. Anche in questo caso si tratta di un patto con il diavolo e della lotta con la propria coscienza, dalla quale l'eroe esce sconfitto.

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Giugno 1986

Sta terminando il libro Interrogatorio a distanza, un'intervista autobiografica con il giornalista Karel Hvíždala, un tentativo di riassumere la sua vita all'età di 50 anni.

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1988

Al festival folk di Lipnice nad Sázavou, grazie agli amici VH appare per la prima volta in pubblico dopo diciannove anni. Poi, il 10 dicembre, tiene un discorso alla prima (e unica) manifestazione indipendente autorizzata per la Giornata Internazionale dei Diritti Umani in Škroupovo náměstí a Praga. Nel corso dell'anno, partecipa a incontri con politici e diplomatici stranieri (tra i quali, il presidente francese François Mitterrand) relativamente alla Charta 77.

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1989

Durante una settimana di proteste in Piazza Venceslao, in occasione dell'anniversario dell'autoimmolazione di Jan Palach (la cosiddetta Settimana di Palach), viene arrestato e condannato a nove mesi senza condizionale. A suo sostegno si sottoscrive una petizione alla quale aderiscono molti artisti che operano nella cultura ufficiale. Si rompe così il confine tra cultura ufficiale e cultura alternativa. Viene anche iniziata una campagna perché gli venga conferito il Premio Nobel per la Pace. A maggio VH esce di prigione con la condizionale. Subito dopo la scarcerazione è co-promotore di una petizione per la democratizzazione della società cecoslovacca, Několik vět [trad. Alcune frasi], che viene firmata da decine di migliaia di persone. In ottobre viene nuovamente arrestato, questa volta per pochi giorni. Evidentemente il regime sta crollando.

Per tutte queste ragioni, la sentenza mi sembra un semplice atto di ritorsione per il fatto di avere le opinioni che ho e per non essere andato a nascondermi con loro. Ai miei occhi, il suo contenuto ha nel concreto soltanto la funzione di pretesto; funzione che peraltro assolve miseramente. Alla luce di questi fatti, mi sarebbe sembrato più onesto se avesse detto soltanto: "Václav Havel, ci fai arrabbiare in generale, perciò andrai in prigione per nove mesi". (discorso conclusivo in tribunale – 21 marzo 1989)
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